Cesare Leonardi ha viaggiato molto. Viaggiare era un modo fondamentale di nutrire di stimoli i suoi vari interessi di ricerca. Viaggiava da fotografo, registrando migliaia di immagini di tutto ciò che suscitava la sua curiosità. In Russia e nei Paesi dell’Europa orientale viaggiò anche su commissione per conto dell’Agenzia di viaggi Italturist (It) che poi utilizzava le sue immagini per i materiali di comunicazione delle proprie offerte commerciali (foto 1). Uno dei viaggi più importanti fu quello in Messico nel 1973, insieme all’amico Mario Molinari autore dei ritratti di Cesare Leonardi qui presentati. La visita ai siti archeologici delle popolazioni Maya (Xochicalco, Chichén Itza, Palenque, Uxmal, Teotihuacan, Monte Alban, ecc.) era il primo scopo del viaggio, ma Cesare Leonardi non mancò tuttavia di fotografare piante autoctone per la ricerca su “L’architettura degli alberi”, così come altri soggetti che catturavano la sua attenzione. Gli scatti fotografici con cui tornò restituiscono bene il fascino delle rovine dei Maya, sia per l’imponenza delle volumetrie architettoniche che per la finezza degli apparti decorativi lapidei, massicci eppure laboriosamente disegnati (foto 2). Per Cesare Leonardi la fotografia documentarista era inscindibile dalla ricerca espressiva: come attesta la composizione fotografica che realizzò al rientro dal viaggio con nove stampe di 30×40 cm di una sequenza di immagini analoghe di un’asina ripresa dall’alto, da sopra il primo gradone di una architettura Maya alla cui ombra l’animale aveva cercato riparo dal sole (foto 3). Era un viaggiatore che si spendeva con grande energia, mosso da un entusiasmo genuino (foto 4), pronto a vivere appieno l’esperienza di ogni scoperta (foto 5).