titoloMOSTRA
CSAC
Centro Studi e Archivio della Comunicazione
dell’Università di Parma
Mensa Aziendale e Circolo Ricreativo Olivetti a Ivrea, 1953-1961
Ignazio Gardella con Roberto Guiducci
Fondo Ignazio Gardella
La mensa aziendale, costruzione immersa nel verde, riveste un forte significato simbolico. Emblema del ruolo che l’architettura assume nel progetto della città industriale nel secondo dopoguerra, a dimostrazione dell’attenzione riservata alle attività ricreative e culturali del tempo libero dei lavoratori. Il progetto, finalizzato a contribuire al benessere degli operai e dei dipendenti dell’azienda, è affidato a Ignazio Gardella personalmente da Adriano Olivetti. L’edificio a pianta esagonale è considerato un’icona non soltanto per il suo valore progettuale e formale, ma per il concetto di città industriale che esprime. Il progetto esprime il valore delle innovazioni tecnologiche e sociali, il benessere economico, sociale e culturale dei collaboratori è considerato parte integrante del processo produttivo: una misura virtuosa del miracolo economico.
01 — Modello,1959, stampa fotografica con interventi a matita
02 — Pianta dopo mensa, novembre 1959, china su lucido
03 — Dettaglio del prospetto, s.d., matita su carta da lucido
_____
Tutte le immagini sono protette da copyright: © ARCHIVIO DELLA COMUNICAZIONE – CSAC
Fascia Servizi Sociali Olivetti, Ivrea ,1954-1957
Luigi Figini e Gino Pollini
Fondo Luigi Figini-Gino Pollini.
Luigi Figini e Gino Pollini interpreti fin dagli anni Trenta del progetto di un nuovo scenario urbanistico per Ivrea. Interpreti consapevoli e raffinati dell’utopia comunitaria olivettiana, Figini-Pollini sono architetti della trasformazione del rapporto tra lo stabilimento e il territorio; ideatori dell’espressione negli spazi del felice connubio tra mente e corpo auspicato nella città ideale: luogo produttivo, spazio della socialità comunitaria, paesaggio e ambiente della vita quotidiana. La soluzione esagonale adottata per la Fascia dei Servizi Sociali (1955-59), sostenuta da Adriano Olivetti, direttamente coinvolto nello studio del progetto, articola la continuità tra l’interno e l’esterno e si apre ad accogliere la vegetazione circostante. L’edificio ospitava la biblioteca, un centro culturale e i servizi sociali e medici. La costruzione è un esempio di razionalità progettuale messa al servizio di un’economia rivolta al bene comunitario e alla sintonia delle forze produttive.
01 — Spaccato assonometrico. Disegno n.160, s.d., china su lucido
02 — Sezione dimostrativa delle strutture e pianta tipo delle soffittaturescala 1 :100; particolare 1 :50, Tipo della modulazione 1 :200, 1 :20, s.d., china su lucido
03 — Sezioni rapp. 1 :200 ; Sezione D-C sulla sala per esposizioni ; Sezione H-G sul passaggio tra gli uffici e l’infermeria ; Sezione A-B sull’atrio sul bar e sul giardino della biblioteca ; Fianco della Biblioteca, s.d., china su lucido
_____
Tutte le immagini sono protette da copyright: © ARCHIVIO DELLA COMUNICAZIONE – CSAC
Quartiere Harar. Progetto Urbanistico con Gio Ponti; unità residenziali e case ad insulae, 1950-1955
Luigi Figini e Gino Pollini
Fondo Luigi Figini-Gino Pollini.
Quartiere maturato nell’ambito del piano INA-Casa sorgeva nella zona periferica di Milano nei pressi dello stadio San Siro. Progetto esemplare della scuola milanese di architettura. Luigi Figini e Gino Pollini firmano il piano urbanistico con la collaborazione di Giò Ponti, e progettano sia la tipologia delle case unifamiliare a bassa densità, alloggi duplex e insulae, sia i blocchi edilizi in linea e multipiano. Il progetto è un riuscito esempio di nuovo quartiere a corona della città, e rappresenta la posizione assunta da esponenti di spicco della cultura razionalista nei confronti delle trasformazioni insediative nelle aree di espansione. Il quartiere milanese rappresenta un riuscito esempio delle realizzazioni coordinate dalla Gestione INA-Casa, costituita per presiedere all’esecuzione della legge sui “Provvedimenti per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per lavoratori”. La costruzione di case per lavoratori è uno degli interventi che lo stato attua per favorire la ripresa dell’economia nazionale. Riassorbire nel settore edilizio gli oltre due milioni di disoccupati, per la maggior parte composti da manodopera non qualificata e in parte da lavoratori provenienti dalle campagne, sembra la risposta più immediata alla ripresa economica del paese.
01 — Schizzo piano urbanistico per l’unità quartiere Planimetria generale, s.d., grafite, matite colorate e china su lucido
02
 — Edificio E, Facciata Nord, Prospetto, Disegno esecutivo n.4, scala 1:100, s.d., copia eliografica con interventi a matite colorate
03 — Casa tipo R-Variante, Disegno esecutivo n.46. Fronte sud, sezione longitudinale sul soggiorno, fronte nord, sezione longitudinale sul terrazzino, fianco; 1.03.1952 – 7.08.1953, matita e china su lucido
04 — Casa A-Fronte a Nord Variante. Disegno esecutivo n.34, prospetto, scala 1:100, 21.11.1951, china su lucido. Pianta del primo e del secondo livello dell’alloggio duplex della casa A, s.d., china su lucido. Casa A-Alloggi Tipo-Sezione trasversale, scala 1:50, s.d., china su lucido
05 — Planimetria d’insieme, pianta sui negozi, d’insieme, sezione A-B negozi. Disegno esecutivo 44, scala 1:500, 15.03.1952, china su lucido
_____
Tutte le immagini sono protette da copyright: © ARCHIVIO DELLA COMUNICAZIONE – CSAC
Grattacielo Pirelli, Milano, 1956-1960
Gio Ponti
Fondo Gio Ponti
Il Grattacielo Pirelli è il simbolo del boom economico degli anni Sessanta, progettato da Giò Ponti con la collaborazione di Pier Luigi Nervi. Commissionato allo studio Ponti-Fornaroli-Rosselli da Alberto Pirelli per la nuova sede dell’azienda è il simbolo di un momento di grande sviluppo economico e di fiducia nel futuro dopo i danni prodotti dalla guerra che aveva gravemente danneggiato molti dei luoghi storici della metropoli lombarda. Realizzato prospiciente la Stazione Centrale, in una zona destinata a diventare il centro commerciale di Milano, il grattacielo, alto 127 metri, la cui altezze superava quella del Duomo, è stato fino al 1966 l’edificio più alto dell’Unione Europea. Per chi arrivava con il treno a Milano e si affacciava sul Piazzale Duca d’Aosta il Pirellone costituiva sicuramente un bel colpo d’occhio, dichiarando il suo ruolo urbano.
01 — Disegno 2/200. Pianta, scala 1:200, 29.09.54, grafite e china su lucido
02 — Facciata principale Corpo alto Disegno 3/200. Prospetto della facciata principale, scala 1:200, 01.10.54, china e grafite su lucido
_____
Tutte le immagini sono protette da copyright: © ARCHIVIO DELLA COMUNICAZIONE – CSAC